È un’economia che riserva molte belle sorprese quella del comparto olivicolo laziale. Soprattutto, è un’economia che nell’ambito agricolo ha saputo costruire e consolidare negli ultimi anni un’identità forte e affermare sul mercato nazionale ed estero la propria qualità e le specificità delle singole aree di produzione. Analizziamo un po’ di numeri che testimoniano la crescente importanza in termini economici e sociali e ambientali di questo comparto. L’olivicoltura nel Lazio è praticata su circa 80mila ettari di superficie, che corrispondono al 7,2% degli uliveti attivi in Italia. Si tratta in totale di ben 13 milioni di olivi, un patrimonio dal valore inestimabile anche dal punto di vista della sicurezza del territorio, dal momento che consentono di arginare in maniera considerevole il fenomeno del dissesto idrogeologico. Gli olivicoltori sono 128mila, di cui circa 1.380 aderiscono al circuito delle quattro Dop dell’olio d’oliva presenti in regione (Canino, Sabina, Tuscia e Pontino), mentre i frantoi sono quasi 300. In tutta la regione si produce circa il 10% della produzione nazionale: una ricchezza che è l’orgoglio della tradizione agricola laziale.